Articolo del Messaggero di Lunedi 11 feb 2008
di FRANCESCA FILIPPI
Finisce la ricreazione, la prof di matematica apre la porta per richiamare i suoi alunni, ma ce ne sono un paio che lei non riconosce. «Di quale classe siete?» domanda l’insegnante. «De sti c....» la risposta dei due. L’insegnante reagisce: «Se non siete della scuola, andate via altrimenti chiamo i carabinieri».
Non lo avesse mai fatto. I teppistelli bloccano la docente per riempirla di sputi e insulti, la provocano con gesti osceni. Poi scappano. In classe è il delirio: gli alunni della prof, la sola incredula e sotto choc, ridono e applaudono, sbattono pugni sui banchi.
Il fattaccio, regolarmente denunciato ai carabinieri dall’insegnante, è successo solo pochi giorni fa, giovedì 7 febbraio, all’interno di un istituto tecnico alla Borghesiana. Il secondo in due mesi. Il 22 dicembre scorso, infatti un’analoga vicenda era capitata alla prof di inglese. Anche in quel caso i protagonisti sono risultati estranei all’istituto.
Una vera e propria escalation di aggressioni e violenze che preoccupa non poco i 70 insegnanti impegnati in quella che tutti chiamano una scuola di frontiera, «una cattedrale nel deserto», dove seguire mille studenti difficili è come stare in un campo di battaglia.
«E’ un caso che sia successo a me, poteva capitare a chiunque dei miei colleghi, visto che nella scuola può entrare chiunque, anche armato di un coltello - ammette con un filo di voce Maria A.A., l’insegnante di matematica -. Per questo, posso dire che mi è andata bene. Ma per carità non citi la classe, altrimenti passo i guai. Qui alcuni insegnanti hanno subito anche danni alle macchine. Questo è il clima, qui non si scherza».
E ancora: «Ormai il nostro è un lavoro a rischio - prosegue la prof -. Quei ragazzi erano minorenni mai visti prima ma che sicuramente conoscono bene qualche alunno della scuola. Il giovane che mi ha messo la mano in testa e poi mi ha sputato addosso potrà avere 17 anni, un tipo robusto con indosso un giubbotto beige».
Maria A.A., di ruolo dal 1976, è spaventata, ha paura, ma oggi sarà in classe. Per lei niente ferie, nè riposi: «Per forza - afferma - è il mio lavoro, dopo tutto sono affezionata a questa scuola». Oltre alla denuncia ai carabinieri di Giardinetti, l’insegnante ha scritto una lettera al preside.
«Ora basta - è il succo della missiva - chiediamo interventi perchè lavoriamo senza tutele. Le telecamere sono state distrutte dagli alunni, e le porte di emergenza non hanno l’allarme».
Per Daniela C., 37 anni, l’insegnante di inglese, anche lei nel mirino di due bulli estranei all’istituto («Un, 2, 3, la pu... sei te» le avevano urlato in faccia durante la lezione dell’ultima ora), oltre il danno si è aggiunta la beffa. Uno dei suoi aggressori si è poi iscritto nella scuola. «Quando l’ho saputo mi sono sentita male - ricorda - rivederlo non è stato facile. Anzi. Ma ormai è acqua passata, ho sola voglia di dimenticare».
Non vuole dimenticare, invece, E. M., insegnante di Scienze della Natura ed ex preside dell’istituto: «Qui abbiamo ragazzi difficili - denuncia - in una classe fioccano i 5 e 6 in condotta. Siamo in balìa di bulli e vandali che nulla hanno a che fare con la scuola. Due episodi in due mesi sono troppi ma nesuno si preoccupa di tutelare la nostra sicurezza. Che dobbiamo fare, aspettare il terzo rimandendo impotenti?».
QUESTO ARTICOLO PENSO PARLI DA SOLO!!!!